13 Nov 2023

UNA DEMENZA, TANTE DEMENZE

Nel linguaggio comune quando parliamo di demenza spesso facciamo riferimento alla malattia di Alzheimer, in quanto possiamo ritenerla la più diffusa. Ma ne esistono molte altre forme: ad esempio, la demenza fronto temporale, la demenza da corpi di Levy, la demenza vascolare. Ricordiamo che queste diverse forme di demenza possono colpire non solo gli anziani: esistono infatti alcune forme di demenza, ad esempio l’Alzheimer giovanile, che può colpire persone tra i 30 e i 40 anni.

Tra i vari sintomi delle demenze troviamo la perdita di memoria, difficoltà nella concentrazione e quindi nella pianificazione di un comportamento, difficoltà di linguaggio, disturbi del comportamento. Per trattare queste problematiche si ricorre molto spesso all’uso di farmaci: certamente importanti, non hanno l’obiettivo di guarire la malattia ma di rallentarne il decorso. Sono altresì importanti le cure non farmacologiche: ricordiamo ad esempio la musicoterapia, la terapia occupazionale, l’arte terapia, la logopedia, la terapia della bambola, molto efficaci nel contrastare i sintomi della malattia stessa, oltre che a potenziare gli effetti dei farmaci somministrati.

Le problematiche che la demenza porta con sé sono certamente invalidanti per la persona che ne è affetta, ma è importante ricordare anche il disagio provato dal famigliare che lo assiste: la malattia ha infatti importanti ripercussioni sull’intero sistema famigliare in cui egli si trova inserito. Spesso il famigliare che si prende cura del malato arriva a non riconoscere più il suo caro, perché ci sono stati importanti modifiche nella sua personalità e nei suoi comportamenti. Sono infatti molto frequenti nel caregiver sentimenti di impotenza, imbarazzo, rabbia, depressione e spesso sentimenti di solitudine. Ecco quindi perché è importante supportare il malato, ma anche offrire un sostegno a chi si prende cura di lui. Un supporto dedicato al caregiver migliora la sua relazione con il malato, le cure da lui offerte e, di conseguenza, vi è un importante riflesso positivo sulla malattia stessa: quando pensiamo alle demenze, non ricordiamoci solo dei sintomi e del nostro tentativo di “correggerli”, non dimentichiamoci dell’importanza di una relazione e un ambiente sereno in cui il malato è inserito.

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